Vi presentiamo un prodotto italiano patrocinato AIFI, si tratta della Liquirizia Abruzzese
La liquirizia (Glycyrrhiza glabra) è una pianta erbacea perenne, alta fino a un metro, appartenente alla famiglia delle Fabaceae (leguminose ) , della liquirizia vengono usati le radici di piante di tre-quattro anni, raccolte durante la stagione autunnale ed essiccate.
Dalle radici e dagli stoloni si ricava una droga di sapore agrodolce, usata nella tecnica farmaceutica come eccipiente per pillole; le radici sono soprattutto usate per preparare il succo di liquirizia, costituito dal loro estratto acquoso che, dopo lunga preparazione, forma una massa semisolida.
La liquirizia oltre ad essere un prodotto da gustare in confetti, radici, caramelle, è diventato nel tempo un ingrediente ricercato in molti settori, dall’industria farmaceutica, dolciaria, cosmetica, a quella del tabacco.
Le sue virtù sono molteplici, la liquirizia ha infatti proprietà dissetanti, rinfrescanti, antiossidanti e antinfiammatorie, è un ottimo rimedio contro la tosse, il mal di gola e la pressione bassa.
È poco conosciuto il fatto l’Abruzzo è una regione italiana leader nella produzione di liquirizia, questa regione vanta una pluricentenaria tradizione nella produzione della liquirizia, infatti la pianta viene lavorata fin dall’epoca romana; soprattutto nel territorio di Atri (Te) e dintorni.
Atri, è un incantevole borgo abruzzese al confine tra la provincia di Teramo e quella di Pescara, nel comprensorio delle Terre del Cerrano, la cosiddetta Costa Giardino; sorge sulle collina che guardano il mare, affacciata sulla riserva naturale dei Calanchi, ed è proprio grazie al terreno argilloso, alla vicinanza con mare che questo territorio vanta un’ottima resa delle piante di liquirizia.
LA STORIA
Del succo di liquirizia parlavano già scrittori antichi come Plinio e Ippocrate; i frati domenicani, che erano grandi speziali, ne conoscevano le proprietà, l’Inghilterra ne acquistava la pasta mentre in Abruzzo la liquirizia si faceva ancora a bastoncino duro.
I primi documenti sulla storia della radice dolce in Abruzzo risalgono al 1433 per il territorio di Atri, in provincia di Teramo, dove esistevano già all’epoca toponimi che richiamavano la presenza di questa, come ad esempio la cosiddetta “Regolizie”.
Le attività legate a questa pianta e al suo utilizzo hanno subìto una veloce ascesa tanto che l’Abruzzo nell’800 si affermò nel panorama dolciario italiano come una delle regioni più attive nella produzione di liquirizia.
Nel 1836 iniziò la lavorazione industriale di questa preziosa pianta e dei suoi derivati e non si è mai interrotta.
Il pioniere della lavorazione industriale della liquirizia e dei suoi derivati è stato il Cavalier De Rosa, una tradizione fervente ancora oggi con “La liquirizia Menozzi De Rosa 1836”, l’industria inaugurata da Aurelio Menozzi nel 1950, un punto di riferimento nel panorama industriale nazionale ed internazionale.
Non tutti, però, sanno che un altro leader mondiale che tratta la liquirizia ” SAILA” è
una realtà nata in Abruzzo, precisamente a Silvi Marina : siamo nel 1937 quando Aurelio Menozzi e Angelo Barabaschi decidono di trasformare lo storico teatro Kursaal in una delle più grandi fabbriche per l’acquisto e la trasformazione di liquirizia.
Loro stessi scelgono il nome del marchio: SAILA, dall’acronimo di ‘Società Anonima Industria Liquirizia Abruzzese; da allora i segreti della produzione Saila sono stati tramandati di generazione in generazione e oggi il marchio continua ad essere un patrimonio prezioso della storia industriale italiana.
La popolazione abruzzese anticamente utilizzava la radice per infusi e decotti inoltre i bastoncini di radice di liquirizia venivano dati ai bambini, in tempi in cui lo zucchero non era alla portata di tutti, come caramella da succhiare perché dolcissima.
Gli abruzzesi con questo “oro nero” hanno creato, tra le altre cose, un liquore corposo e aromatico, la tradizione non lo vuole particolarmente dolce anche perché lo zucchero anticamente era raro e costoso.
Il liquore alla liquirizia è un distillato dal colore scuro e profondo e dalla trama densa e vellutata.
Il gusto è: intenso, leggermente amarognolo con un leggero sentore erbaceo e balsamico,
caratterizzato dal profumo avvolgente della liquirizia.
Per quanto attiene la degustazione è ottimale da servire a fine pasto, nei tipici bicchierini da amaro freddo ad una temperatura ottimale tra gli 1° C e i 4 °C.
RICETTA LIQUORE ALLA LIQUIRIZIA
Ingredienti:
- 100 gr di liquirizia pura ( provenienza Abruzzo)
- 1200 ml di acqua
- 1100 gr di zucchero
- 1000 ml di Alcool 95°
Procedimento:
Far sciogliere la liquirizia con l’acqua in un pentolino , a fiamma bassa, successivamente aggiungere lo zucchero e far sciogliere anch’esso e far bollire per 1 minuto.
Passare con un colino a maglie strette lo sciroppo per eliminare eventuali piccoli pezzetti.
Trasferire il liquido in un bricco e lascia raffreddare completamente ( nel caso in cui si dovesse formare della schiuma in superficie, eliminala con un cucchiaio).
Una volta che lo sciroppo di liquirizia sarà completamente freddo, aggiungere l’alcool, mischiarlo uniformemente e travasare in bottiglie sterilizzate con la chiusura ermetica.
Lasciare riposare il liquore alla liquirizia in frigorifero per 15 giorni prima di consumarlo.
Nel caso in cui non vi volete cimentare nella preparazione di questo “oro nero” vi consigliamo tre prodotti :
LIQUINERO prodotto da Menozzi De Rosa
LIQUIRIZIA liquore prodotto da Scuppoz
LIQUORE ALLA LIQUIRIZIA prodotto da Santo Spirito
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