Vi presentiamo un prodotto italiano patrocinato AIFI, si tratta della Ratafia Abruzzese.

Il termine ratafià, denominato localmente anche ratafia o rataffia, indica qualsiasi tipo di liquore composto da un infuso a base di succhi di frutta e alcol; in Abruzzo la Ratafià è un liquore diffuso in tutta la regione a base di amarene e di vino rosso ottenuto da uve del vitigno Montepulciano. Ratafià abruzzese ha un colore amaranto scuro, un sapore dolce ma non stucchevole, un persistente retrogusto di mandorla amara e un bouquet intenso. La gradazione alcolica non è elevata, si assesta tra i 20 e i 22 gradi.

STORIA

Da alcuni il termine è fatto risalire a tafià, un’acquavite delle Antille ricavata dalla canna da zucchero, ma è più verosimile la spiegazione popolare paretimologica che lo fa derivare dal latino rata fiat, letteralmente “fatto l’accordo/affare” (da cui i termini italiano “ratificato” e francese “ratifié”), evidentemente allusivo alla bevuta di questo liquore come suggello di un contratto verbale, atto sostitutivo della più comune stretta di mano, ed il suo colore, rosso intenso, simile al sangue, rimandava anche in qualche modo al modo di suggellare i patti con un pegno di sangue. Attualmente la Ratafia Abruzzese ottenuto dal ministero il riconoscimento di PAT, il prodotto agroalimentare tradizionale italiano, ed inserito pertanto nell’ apposito elenco.

Per gli abruzzesi, avere una bottiglia di Ratafià in dispensa è praticamente un obbligo morale, oltre che un grande piacere, inoltre, anche il notissimo poeta Gabriele D’Annunzio lo amava e ne decantava le (presunte) proprietà afrodisiache, avendolo ribattezzato Elisir d’Abruzzo.

PREPARAZIONE

È tradizionalmente prodotto ponendo, in proporzioni variabili secondo la ricetta locale, amarene mature intere o snocciolate e zucchero dentro recipienti di vetro esposti al sole per circa 30 giorni, al fine di favorire la fermentazione. Al prodotto così ottenuto si aggiunge poi il vino rosso, lasciando macerare e agitando periodicamente il tutto per almeno altri 30 giorni, ma si può arrivare anche a 5-6 mesi. Il prodotto è poi filtrato e imbottigliato.

RICETTA

Preparare il Ratafià in casa non è difficile ma è necessaria una buona dose di pazienza. Per 1 kg di amarene occorrono 1 litro di Montepulciano d’Abruzzo, 400 g di zucchero, 300 ml di alcol puro e una stecca di cannella (facoltativa). Dopo averle lavate e private del nocciolo, bisogna mettere le amarene in un capiente recipiente di vetro con l’imboccatura larga e la chiusura ermetica. Si aggiungono quindi il vino e la cannella, si chiude il contenitore e si lascia macerare per 30-40 giorni, mescolando ogni 10. Se c’è la possibilità di esporre il recipiente al sole, è molto meglio. Trascorso il tempo, si filtra il liquore con l’aiuto di una garza e si uniscono quindi lo zucchero e l’alcol, mescolando con cura. A questo punto, si attende per altri 15 giorni per poi procedere con l’imbottigliamento. Dopo 4-5 mesi si possono aprire le bottiglie.

COME GUSTARLO

Ratafià viene gustato come liquore da dessert a una temperatura di 16 gradi, massimo di 18 gradi. I connubi ideali sono quelli con i semifreddi e i gelati, i dolcetti alle mandorle, la panna cotta e le ricette a base di frutti di bosco, accostati al cioccolato può raggiungere vette di gusto inaspettate. Può diventare un ingrediente per fare ottimi cocktail, si sposa alla perfezione con lo Spumante e lo Champagne. C’è anche chi lo utilizza come bagna per il pan di spagna.

Nella cucina più moderna può essere utilizzato come marinatura  o per carni rosse o cacciagione,  oppure può  essere utilizzato per sfumare spezzatini o scaloppine di carni bianche; un ulteriore  uso è  quello di ottenere una riduzione ideale per risotti o formaggi.

E tu come utilizzeresti la Ratafia in cucina?

Aspettiamo la tua ricetta… potrebbe essere scelta come ricetta del mese e pubblicata sul nostro sito web!

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